“La mattina di Pasqua appena sveglio già sentivo nell’aria profumo di buono, in casa la mamma e la nonna erano intente ad imbandire la tavola per la colazione pasquale.
Preparavano tutto con molta cura, cominciare dalla tovaglia che era chiaramente quella “buona” stirata e profumata di pulito e il servizio delle feste, un mazzo di fiori di campo come centrotavola, il cestino di vimini del nonno con le uova lesse, benedette in chiesa il giorno prima, almeno 3 a testa prelevate dal pollaio e conservate nella semola già dai primi giorni di quaresima.
Dovevano raggiungere la quantità giusta per la preparazione delle ciaccie al formaggio, le ciambelle e per essere benedette e mangiate da tutta la famiglia.
Sulla tavola poi veniva messa l’insalata appena colta, la -docciatina- di ceramica per l’acqua e l’immancabile ciaccia di Pasqua al formaggio da accompagnare al capocollo di maiale.
La nonna affacciata alla finestra richiamava l’attenzione degli uomini riuniti nell’aia a chiacchierare, vestiti a festa, perché nei giorni di festa non si lavorava nella stalla.
Tutti entravano in casa , per ultimo il nonno, il capo famiglia, che portava in tavola il vino rosso appena -attinto- e dava inizio alla festa augurando a tutti buona Pasqua e Buon Appetito!
…. in quel momento iniziava la giornata spensierata e di riposo tanto attesa, fatta di sacralità, convivialità e cibo genuino che non doveva mai mancare….. infatti finita la colazione, solo dopo 2 ore iniziava il pranzo….”
La colazione pasquale nel ricordo di Andrea da bambino.